Pellet da legno inquinato

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Nelle stufe, il fuoco bruciava normalmente. Ma liberava però nell’aria degli inquinanti, vernici e simili. Secondo quanto prevedeva la legge, quel legno non sarebbe dovuto finire dentro i sacchetti del pellet. Ma piuttosto in discariche, preparate appositamente perché il legno trattato non danneggiasse l’ambiente. Ieri mattina il giudice per le udienze preliminari (gup) del tribunale di Treviso ha rinviato a giudizio cinque imprenditori vicentini e trevigiani, accusati di aver violato il testo unico sullo smaltimento dei rifiuti. Loro si difendono, sostenendo di avere tutti i documenti in regola. Il tema dei rifiuti arriva così alla ribalta anche nella Marca Trevigiana. In questi giorni il dibattito è acceso, specie dopo l’ultima puntata del programma di Rai 3, «Vieni via con me», nel corso del quale lo scrittore Roberto Saviano ha raccontato di come i rifiuti vengano spesso smaltiti o «ripuliti» in modo illegale.

Indagini, va precisato, che nulla hanno a che fare con quanto si è discusso ieri mattina di fronte al giudice per l’udienza preliminare Elena Rossi, se non per il fatto che di reati legati ai rifiuti si tratta. A rappresentare le tesi dell’accusa, il pm Francesca Torri. La quale, sulla scorta delle indagini dei carabinieri del Noe, ha sostenuto che i cinque imputati, rappresentanti legali di ditte di autotrasportatori e di aziende specializzate nello smaltimento dei rifiuti, avevano immesso nel mercato 2.700 tonnellate di pellet fatto con legname trattato. La legge, invece, impone che il legno che finisce nelle stufe di casa debba essere completamente vergine, senza aggiunte di vernici o altro, che lo rendono tossico e nocivo. Una inchiesta che riguarda episodi avvenuti nel 2008, partita da alcuni controlli effettuati a Bassano del Grappa, nel Vicentino. L’accusa ha convinto il gup, che ha rinviato tutti a giudizio per il prossimo 6 aprile. Gli avvocati degli imprenditori sono però pronti a controbattere, in una aula pubblica, dimostrando che non c’è stata nessuna violazione dell’articolo 260 del testo unico sullo smaltimento. In particolare, gli imputati sostengono di essersi fidati delle ditte produttrici dei materiali di scarto, che avevano certificato con appositi documenti che quel legno era «vergine ». Quindi, gli avvocati non escludono che i loro assistiti, alla fine del processo, possano passare dal banco degli imputati a quello delle parti offese.
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